Aggiustare un elettrodomestico o altro accessorio domestico può costare caro. Si tratta di piccoli inconvenienti che, però, se accadono durante le ferie, possono diventare vere e proprie emergenze. Il rischio di affidarsi a mani sbagliate e di sborsare grosse cifre di denaro è altissimo, soprattutto nelle grandi città, dove è difficile conoscere tecnici e operai affidabili.
Come evitare fregature? Purtroppo l’unica arma a disposizione del consumatore è chiedere più preventivi e concordare la tariffa, così da poter scegliere a chi affidare il lavoro in base al miglior rapporto qualità-prezzo. Ecco un breve vademecum anti-truffa da tenere sempre in considerazione, soprattutto in estate!
Quando ci rivolgiamo ad un artigiano per una riparazione sono importanti tre momenti: il preventivo, le voci di spesa e la ricevuta. Questi elementi consentono di evitare spiacevoli sorprese a fine lavoro.
Il consumatore ha il diritto di chiedere il preventivo, meglio se in forma scritta per evitare spiacevoli discussioni, già al telefono e appena il tecnico è entrato in casa. A questo punto il cliente è libero di scegliere se fare eseguire il lavoro oppure, se la richiesta appare troppo costosa, di rifiutare e mettersi alla ricerca di un altro tecnico. Attenzione, però: se il tecnico è già stato a casa vostra dovrete pagargli il diritto di uscita. Alcuni tecnici fanno il sopralluogo anche in maniera gratuita e quindi è sempre meglio chiederlo.
Attenti alle voci di spesa: il cosiddetto “diritto di chiamata” o “di uscita” è l’importo da pagare per il solo fatto che il tecnico sia arrivato a casa. In media il costo oscilla fra i 30 e i 50 euro. A questo si deve aggiungere la mano d’opera, circa trenta euro all’ora. Poi, potrebbe essere indicata una cifra relativa allo smontaggio e successivo rimontaggio di elettrodomestici a incasso e l’eventuale trasporto in laboratorio. Solo alla fine c’è il costo della riparazione.
A lavoro eseguito bisogna farsi rilasciare la ricevuta fiscale o la fattura che, spesso, finisce quasi subito nella pattumiera. Invece, bisogna conservarla perché vale come garanzia del lavoro svolto. In pratica, se la lavatrice smette nuovamente di funzionare, il tecnico è tenuto ad intervenire per due anni dalla data della prima uscita.
I falsi tecnici imperversano d’estate: non anticipate mai soldi a sconosciuti! Quando non si hanno nominativi fidati, per evitare di finire nelle mani di qualche riparatore improvvisato (mettendo a rischio il portafoglio) il consiglio è di rivolgersi al proprio Comune. Qui dovrebbero essere disponibili gli elenchi degli iscritti alla Camera di commercio o, in alternativa, direttamente alla Camera di commercio o a Confartigianato.
Un ultimo cenno al contratto che lega il consumatore all’artigiano: si chiama “contratto d’opera” ed è disciplinato dall’art. 2222 del Codice civile. Se il problema per il quale è stato chiesto l’intervento del tecnico persiste anche dopo la riparazione, il consumatore può richiedere un risarcimento. Il giudice competente a risolvere l’eventuale controversia è il Giudice di Pace.
Articolo realizzato da Cristiana Lenoci
Ottimi consigli, ma forse vale la pena di precisare che se la lavatrice o la caldaia smette nuovamente di funzionare, il tecnico interviene per constatare se il nuovo malfunzionamento è causato dalla riparazione o sostituzione del pezzo.
Inoltre è inevitabile chiedere il diritto di chiamata perchè carburante e parcheggio ormai costano troppo.
Personalmente per una chiamata ho ricevuto una multa perchè sostavo oltre 15minuti sul carico e scarico merce.
Inoltre tutto dipende dalla serietà e professionalità della persona qualunque sia il lavoro svolto.